Con il termine “sovraindebitamento” ci si riferisce a una situazione di perdurante squilibrio economico tra l’importo complessivo dei debiti da pagare e le entrate finanziarie di un privato cittadino, piccolo commerciante o artigiano, libero professionista, lavoratore autonomo o agricolo tale da non permettere al debitore di adempiere alle sue obbligazioni.
Il sovraindebitamento, quindi, determina una condizione economica in cui un soggetto non riesce a pagare i propri debiti anche se possiede entrate fisse superiori rispetto all’obbligazione sottoscritta; queste ultime, infatti, non sono sufficienti per far fronte in maniera regolare e continuativa al pagamento di una rata di un mutuo o di un finanziamento e, al tempo stesso, per affrontare le spese necessarie alla sopravvivenza quotidiana. Per questo, per definire tale situazione si prende come riferimento dell’attivo non l’intero patrimonio del debitore (ad esempio considerando anche il valore di un immobile non facilmente vendibile) ma solo le entrate che possono essere immediatamente usate per pagare il debito, come lo stipendio, la pensione e le rendite per affitti.
Perché vi sia sovraindebitamento lo squilibrio economico non deve essere temporaneo, ma perdurare nel tempo. Infine, questa condizione deve portare il debitore a uno stato di insolvenza nei confronti di uno o più creditori, ovvero alla sua incapacità di far fronte ai pagamenti in modo regolare. Per risolvere un problema di sovraindebitamento una soluzione è rappresentata dalle procedure che consentono di ottenere l’esdebitazione con la cancellazione dei debiti.
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