Si definisce soggetto insolvente colui che si trova in una condizione economica tale da non permettergli di pagare regolarmente i debiti che ha sottoscritto. L’insolvenza è una situazione economica in cui può trovarsi un’azienda, un imprenditore o un privato cittadino, con la conseguenza di rendere il soggetto inadempiente nell’affrontare gli accordi finanziari presi con un creditore.
Viene considerato soggetto insolvente sia colui che non paga uno o più creditori sia chi è riuscito a far fronte solo ad alcuni debiti entro le scadenze previste, oppure in ritardo. Per i cosiddetti “soggetti non fallibili” (lo sono i consumatori, i professionisti, gli artigiani e i piccoli commercianti o le attività agricole) tra i fattori che possono portare allo stato di insolvenza c’è il sovraindebitamento.
L’insolvenza è quindi una situazione di “impotenza economica” del debitore che ha una valenza più ampia rispetto al concetto di inadempimento, che invece si riferisce all’incapacità di pagare un singolo debito. Nel caso in cui lo stato di insolvenza sia voluto al fine di danneggiare i creditori, si parlerà di insolvenza fraudolenta.
Un soggetto insolvente può essere sottoposto a iscrizione al CRIF come cattivo pagatore ed essere sottoposto ad azioni legali da parte del creditore. Infatti, se si tratta di un’azienda, quest’ultima può andare incontro a liquidazione giudiziale (quello che veniva chiamato “fallimento”), mentre nel caso di privati, professionisti o piccoli commercianti è previsto il pignoramento dei beni e successiva vendita all’asta. Per questi ultimi è possibile uscire dalla condizione di insolvenza usufruendo, ad esempio, delle procedure che permettono di ottenere l’esdebitazione previste dalla Legge 3/2012, le cui disposizioni sono oggi ricomprese nel recente Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Torna all'indice del glossario