Debiti tributari e riscossione coattiva: cos’è e come viene applicata questa procedura

Se non si riesce a saldare un tributo, cosa che può accadere in situazioni di difficoltà economica, o se per errore non si è pagata una tassa, l’Agenzia delle Entrate può intervenire per il recupero delle somme non versate attraverso la riscossione coattiva, procedura che comporta l’attivazione di azioni esecutive come il fermo amministrativo e il pignoramento del conto corrente, ad esempio.

Chi si trova in questa condizione spesso non conosce l’iter burocratico, il suo funzionamento, le tempistiche previste e come comportarsi. In questo articolo, quindi, cercheremo di  rispondere a tutte queste domande per capire in cosa consiste la riscossione coattiva

Che cos’è la procedura di riscossione coattiva?

La riscossione coattiva rappresenta l’ultima fase di un procedimento attraverso cui il fisco recupera in maniera forzata il pagamento di un tributo dovuto, che non è stato versato spontaneamente dal contribuente. A svolgere l’attività di riscossione è l’Agenzia delle Entrate.

La riscossione coattiva prevede, inizialmente, una verifica da parte dell’amministrazione finanziaria che attesti il mancato versamento di una tassa. Una volta riscontrata questa condizione, la procedura può svilupparsi in due modi:

  • con iscrizione a ruolo;
  • con accertamento esecutivo.

Il termine “iscrizione a ruolo” indica un elenco creato dall’Agenzia delle Entrate in cui sono inseriti tutti i debitori e i relativi tributi non versati. Quando la somma non pagata viene iscritta a ruolo l’ente può emettere la cartella di pagamento e solo successivamente, se il debito non viene estinto, iniziare la procedura per la riscossione coattiva.

Nel caso di imposte sui redditi come Iva, Irap, tributi locali o contributi Inps, invece, il processo di riscossione avviene attraverso l’accertamento esecutivo. In questa situazione le tempistiche sono più brevi rispetto all’iscrizione a ruolo, dato che non viene prima consegnata la cartella di pagamento, ma si procede direttamente con la notifica di un atto in cui è indicato l’importo da versare. Il pagamento è da effettuare entro massimo 60 giorni, trascorsi i quali l’Agenzia delle Entrate può attivare direttamente le procedure esecutive o cautelari, come il fermo amministrativo o un pignoramento, accelerando in questo modo il recupero delle somme non pagate. 

Come avviene il recupero coattivo: gli step previsti

Come funziona nel concreto il recupero coattivo? Questo procedimento consiste in un iter burocratico specifico:

  1. accertamento del tributo non versato;
  2. iscrizione a ruolo;
  3. notifica della cartella esattoriale;
  4. attivazione della procedura di riscossione;
  5. avvio dell’esecuzione coattiva.

Precisiamo che questi passaggi valgono per le situazioni in cui si verifica l’iscrizione a ruolo, mentre per la procedura di accertamento coattivo, come indicato in precedenza, si saltano gli step 2 e 3.

Vediamo più nel dettaglio le fasi e i tempi del procedimento con iscrizione a ruolo. Perché si attivi la riscossione il contribuente deve ricevere la notifica di una cartella esattoriale in cui sono indicati gli importi insoluti, le modalità di versamento e l’intimazione al pagamento. Da questo momento ha 60 giorni per adempiere; se non esegue alcuna operazione e rimane inerte decorrono ulteriori 30 giorni, dopo i quali parte la riscossione coattiva

Procedure cautelari ed esecutive

Se anche questi 30 giorni trascorrono senza che l’imposta sia stata saldata (a cui si aggiungono gli interessi di mora per il ritardo), l’Agenzia delle Entrate attiverà quindi le procedure cautelari ed esecutive previste dal recupero coattivo. 

Tra le procedure cautelari rientrano azioni che hanno il fine di spingere il debitore a pagare l’importo, ovvero:

  • fermo amministrativo: comunemente definito “ganasce fiscali”, prevede l’iscrizione del fermo del veicolo nel Pubblico Registro Automobilistico, in base al quale non è più permessa la sua circolazione. La procedura avviene solo dopo un ulteriore avviso al contribuente con un termine di 30 giorni.
  • Iscrizione ipotecaria: questa misura cautelare si applica a un bene immobile, attribuendo all’ente un diritto di prelazione, rispetto ad altri creditori, nel caso in cui la casa venisse venduta all’asta. L’eventuale iscrizione dell’ipoteca dovrà essere preceduta da una notifica, dando al debitore ulteriori 30 giorni di tempo per ravvedersi e versare l’importo insoluto.

Nelle procedure esecutive, invece, sono comprese le azioni che prevedono il recupero forzoso delle somme come:

  • pignoramento presso terzi: viene eseguito sullo stipendio o sulla pensione, entro specifici limiti, oppure su un conto corrente;
  • pignoramento di beni mobili e immobili: dopo l’iscrizione ipotecaria, se il debito continua a essere insoluto, l’Agenzia delle Entrate può procedere con l’esecuzione forzata che porta alla vendita all’asta di un immobile o dei beni mobili del debitore.

Riscossione coattiva: i limiti previsti

La riscossione coattiva non può essere sempre applicata dall’Agenzia delle Entrate. Nello specifico, non è prevista se gli importi delle cartelle sono inferiori a 30 euro, inoltre, per le somme entro i 1.000 euro non si può intervenire con le azioni cautelari o esecutive se non sono trascorsi almeno 120 giorni dalla data di notifica in cui si comunica l’iscrizione a ruolo della somma non pagata. 

Per ciò che riguarda il pignoramento presso terzi, l’Agenzia delle Entrate non può agire sull’importo dell’ultimo stipendio e dell’ultima pensione, mentre per le somme precedenti vigono questi limiti:

  • 1/10 per le somme fino a 2.500 euro;
  • 1/7 per stipendi o pensioni tra i 2.500 e i 5.000 euro;
  • 1/5 per le somme superiori a 5.000 euro.

L’iscrizione dell’ipoteca si può effettuare solo per importi superiori a 20.000 euro. Inoltre, la riscossione coattiva con pignoramento immobiliare non è possibile in specifici casi, come abbiamo visto parlando di pignoramento della prima casa.

Quali sono le possibilità per evitare la riscossione coattiva

I debiti nei confronti dell’Agenzia delle entrate-Riscossione possono essere dilazionati attraverso un piano di rateizzazione, permettendo così al debitore di pagare le somme dovute in maniera più gestibile nel tempo e riducendo l’impatto sulle sue finanze. L’opportunità di richiedere una rateizzazione dei debiti tributari è contemplata dalla normativa fiscale italiana. Le possibilità sono: 

  • Piano Breve: la rateizzazione prevede il pagamento di un debito in un massimo di 72 rate mensili.
  • Piano Lungo: in casi particolari e specifiche condizioni, è possibile richiedere un piano di rateizzazione fino a 120 rate. 

La dilazione del debito, quando accettata dall’Agenzia delle entrate-Riscossione, può effettivamente prevenire azioni esecutive come l’iscrizione ipotecaria o il pignoramento poiché il debitore viene considerato in regola con i pagamenti pur essendo in una situazione di debito. Ovviamente, è fondamentale che il debitore mantenga gli impegni presi e che paghi le rate come stabilito nel piano di rateizzazione.

Un’altra possibile soluzione è rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi da sovraindebitamento (OCC), che in Italia gioca un ruolo fondamentale nella gestione delle situazioni di sovraindebitamento, anche in relazione ai debiti tributari.

Il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza) ha introdotto alcune misure significative per affrontare e gestire il sovraindebitamento dei soggetti “non fallibili” (come i consumatori e alcune tipologie di imprenditori). Queste misure sono state progettate per dare respiro ai debitori e offrire loro una via per superare i momenti di crisi finanziaria. Ne abbiamo parlato meglio nell’articolo dedicato alle procedure per ottenere l’esdebitazione.

Conoscere come funziona una procedura come la riscossione coattiva, dunque, può essere utile per sapere cosa aspettarsi in una situazione simile e come comportarsi, così come è importante rivolgersi a un consulente del debito esperto nel caso in cui ci si trovasse in una condizione di indebitamento, al fine di trovare la soluzione giusta per risolvere la crisi e ritrovare la serenità. Se vuoi approfondire questi argomenti, iscriviti alla newsletter e leggi gli articoli del nostro blog: ti permetteranno di sapere di più sui temi legati al debito e sulle strategie per gestire al meglio le tue finanze. 

 

Crediti immagine di copertina: a_v_d/shutterstock.com

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Orazio Lorenzo Barbagallo
Orazio Lorenzo Barbagallo

In qualità di commercialista fornisce servizi di consulenza aziendale, fiscale e del lavoro a una vasta gamma di imprese. Come gestore della crisi da sovraindebitamento - in collaborazione con il Ministero della Giustizia - assiste le famiglie a superare le difficoltà finanziarie, grazie alla sua ampia conoscenza delle normative relative alla gestione del debito, comprese le procedure di insolvenza e i piani di ristrutturazione. Lavora a stretto contatto con i debitori per valutare la loro situazione finanziaria, analizzare i debiti esistenti e creare piani personalizzati per ridurre il debito in modo sostenibile. Dal 2022 fa parte della Commissione Sovraindebitamento del Consiglio dei Dottori Commercialisti CNDCEC.

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