“Non riesco a pagare il mutuo”: come affrontare una situazione comune a tante persone

Quando si acquista casa spesso si corona il sogno di una vita, ma in molti casi per il saldo del prezzo di acquisto occorre affidarsi all’accensione di un mutuo che richiede un impegno costante, in genere della durata di tanti anni. Un impegno non sempre pienamente e facilmente sostenibile che, a un certo punto, potrebbe diventare fonte di preoccupazione se ci si accorge di non essere più in grado di pagare regolarmente. Una situazione comune a tante persone, purtroppo, come ha rilevato l’Osservatorio SalvaLaTuaCasa realizzato da Nomisma per Esdebitami Retake, secondo il quale 1 famiglia su 4 teme di non riuscire a pagare le prossime rate del mutuo, mentre il 65% degli italiani è preoccupato per la propria condizione economica. 

Essere in difficoltà con i pagamenti rappresenta una circostanza molto delicata, che va saputa gestire in modo corretto e consapevole, prima che il problema diventi troppo grande per essere risolto e che possa minare la nostra serenità futura. In questi casi, infatti, è importante sapere cosa fare, essere a conoscenza dei rischi che si corrono se si continua a non versare le rate e a chi rivolgersi per individuare la soluzione giusta. 

Se anche tu pensi “non riesco a pagare il mutuo” ma non sai come uscirne, in questo articolo vedremo insieme quali sono le conseguenze dei mancati pagamenti e cosa puoi fare per risolvere il problema

Cosa succede se non si pagano le rate del mutuo?

Prima di capire cosa fare se ci si trova in difficoltà con i pagamenti, rispondiamo a una domanda che si pongono in tanti: cosa accade se il pagamento di una rata del mutuo non avviene nei tempi stabiliti? Fortunatamente pochi giorni di ritardo non rappresentano un problema: il “ritardato pagamento”, infatti, scatta dopo 30 giorni di ritardo dalla data di scadenza. In questo caso la persona può essere dichiarata “morosa” e deve pagare gli interessi di mora come risarcimento nei confronti del creditore. 

Se i ritardi si ripetono o non si pagano una o più rate, le conseguenze diventano più serie. Il debitore, infatti, può essere segnalato a CRIF come cattivo pagatore (cosa che renderà difficile ottenere ulteriori prestiti), inoltre la banca può decidere di risolvere il contratto, quindi di revocare il mutuo. Nello specifico, la revoca può avvenire quando passano 180 giorni dalla scadenza di almeno una rata e il debitore non ha provveduto al pagamento, ma pure nel caso in cui si verifichino ritardi, anche non consecutivi, di almeno 7 rate. Per i mutui sottoscritti dopo il 2016, tuttavia, sono necessarie 18 rate non saldate perché l’istituto di credito possa procedere con il recupero crediti. 

Con la revoca del mutuo la banca può chiedere al debitore di pagare tutto il debito residuo in un’unica soluzione. Se il pagamento non avviene tempestivamente (che è poi il caso più frequente), può mettere in atto procedure esecutive come il pignoramento dell’immobile con conseguente vendita all’asta della casa

Cosa fare se non si può pagare il mutuo: 4 possibili soluzioni

Quando si capisce di essere in difficoltà nel pagare il mutuo è fondamentale non aspettare, ma agire tempestivamente: solo così si avrà l’opportunità di salvare la casa o, quantomeno, di garantire un futuro sereno a se stessi e alla propria famiglia. 

Quelle che vedremo di seguito sono le principali soluzioni che possiamo prendere in considerazione, tenendo conto che alcune di esse vanno messe in atto prima di entrare in una condizione di effettiva morosità e che altre richiedono requisiti specifici. Se ci si trova in una situazione critica e complessa, dunque, la soluzione migliore è affidarsi a dei consulenti del debito, che ti aiuteranno ad analizzare la tua situazione debitoria e a individuare le soluzioni più efficaci. 

Rinegoziazione del mutuo

Innanzitutto, se ci si rende conto di non riuscire a saldare la rata del muto è importante, se possibile, avvisare la banca tempestivamente, in modo da poter valutare possibili soluzioni.  

La rinegoziazione del mutuo, ad esempio, è un’opzione da prendere in considerazione prima di entrare in uno stato di morosità. Se si è consapevoli di andare incontro a un periodo difficile a livello economico, può essere il caso di intervenire chiedendo alla banca di rinegoziare il mutuo, operazione che consiste nella modifica delle condizioni contrattuali, per esempio del tasso di interesse e della durata del prestito, per renderle più favorevoli. 

Opzione simile ma diversa è la surroga, che prevede di spostare il mutuo da un istituto di credito all’altro per beneficiare di condizioni migliori. Anche in questo caso siamo di fronte a una soluzione che andrebbe presa in esame prima di diventare morosi, ad esempio se si ritiene che i tassi di interesse della banca con cui abbiamo stipulato il mutuo siano troppo elevati. 

Sospensione del mutuo

La sospensione del mutuo può essere una soluzione da valutare nel momento in cui si verifica una difficoltà economica momentanea che impedisce di effettuare i pagamenti. Si tratta di una procedura che permette di interrompere le rate per un certo periodo di tempo. Questa opzione è però rimessa alla decisione discrezionale della Banca sulla base di una richiesta fatta dal debitore.

Procedure per ottenere l’esdebitazione

Un’altra possibilità, se ci sono i presupposti per farlo, è ricorrere a una delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento. Queste ultime sono rivolte ai cosiddetti “soggetti non fallibili”, come persone fisiche e piccoli imprenditori, che si trovano in una condizione di sovraindebitamento, termine che sta a indicare un perdurante squilibrio economico tra le proprie entrate finanziarie e l’importo dei debiti da pagare. 

Queste procedure hanno come esito l’esdebitazione, ossia la cancellazione dei debiti non pagati del tutto o in parte, e sono state originariamente introdotte dalla Legge 27 gennaio 2012 n.3, successivamente riassorbita, unitamente alla Legge Fallimentare, nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Per saperne di più ti invitiamo a leggere l’approfondimento dedicato alle procedure per l’esdebitazione

Vendita dell’immobile in autonomia

In certe situazioni, se ci si trova in una condizione economica critica e complessa, potrebbe inoltre essere opportuno valutare di vendere l’immobile in autonomia: questo permetterebbe di anticipare le mosse del creditore e di non subire il deprezzamento a cui la casa sarebbe soggetta se finisse all’asta. Se non paghiamo quanto dovuto e non agiamo in alcun modo, infatti, il creditore aprirà una procedura di pignoramento che porterà alla vendita dell’immobile all’asta. Ricordiamo che quest’ultima determina sempre una riduzione del prezzo del bene, che finisce per essere venduto a una cifra molto inferiore rispetto al suo valore. Per questo l’azione migliore potrebbe essere giocare in anticipo, vendendo la casa prima che si apra la procedura di pignoramento

Se vuoi sapere di più sui temi legati al debito, al sovraindebitamento e alle soluzioni possibili per salvare la casa se ci si trova in questa situazione, puoi leggere gli approfondimenti del blog di Esdebitami Retake. 

 

Crediti immagine di copertina: Africa Studio/Shutterstock.com

 

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Sebastiano Musumeci
Sebastiano Musumeci

Ha ricoperto per anni il ruolo di direttore amministrativo e responsabile fiscale in società del settore finanziario e in banche.
Dal 2017 è volontario della Fondazione San Bernardino Onlus, un'organizzazione antiusura, promossa dalle diocesi lombarde. Si occupa di assistere le persone che hanno problemi di sovraindebitamento, garantendo un'assistenza di qualità e continuativa e cercando di prevenire episodi di usura. Per questa sua esperienza "sul campo" è stato inserito da Esdebitami Retake nel team editoriale del blog e all'interno del Comitato Tecnico Scientifico.

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