Tutto sull’esdebitazione: cos’è, come funziona, chi può accedere alle procedure

Vivere un momento di difficoltà economica non è mai semplice, soprattutto se, per diverse ragioni, abbiamo accumulato dei debiti che non riusciamo a ripagare. Quel che è certo, però, è che ignorare il problema o lasciarsi prendere dalla sfiducia e dallo sconforto non porta risultati. 

In una situazione di sovraindebitamento, al contrario, è importante agire con prontezza, affidandosi a professionisti specializzati in materia che possono guidarci verso le scelte migliori. Questo articolo, in particolare, è dedicato a chi sta cercando informazioni sull’esdebitazione e sulle procedure che permettono di liberarsi dai debiti accumulati.

Non sempre è facile trovare riferimenti chiari e certi su questo argomento, anche perché le normative cambiano in fretta e sul web spesso ci si imbatte in indicazioni errate e approssimative. Con questo approfondimento vogliamo proporre una panoramica a 360 gradi: non ci resta dunque che scoprire insieme cosa si intende per “esdebitazione”, chi può ottenerla, quali sono le procedure e come si sviluppa l’iter che porta alla cancellazione del debito. 

Esdebitazione: cosa significa esattamente?

La legge italiana prevede diverse procedure per liberarsi dai debiti, riservate a determinate categorie di soggetti che, in buona fede, si ritrovano in una condizione di squilibrio economico. Nello specifico, si chiamano procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”. Prima di conoscerle più nel dettaglio e capire meglio cosa implicano, chiariamo esattamente cosa si intende per esdebitazione (chiamata anche, impropriamente, “esdebitamento”) e quali effetti produce.

Come definito nell’art. 278 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII), “l’esdebitazione consiste nella liberazione dai debiti e comporta l’inesigibilità da parte del debitore dei crediti non soddisfatti“. L’esdebitazione si ottiene automaticamente – su richiesta del debitore e se giudicato meritevole – nell’ambito della liquidazione controllata del patrimonio, una delle procedure previste dal codice. Al contrario, la ristrutturazione dei debiti del consumatore e il concordato minore, altre due procedure contemplate dal CCII, consentono l’esdebitazione automatica solo se il piano viene omologato e successivamente adempiuto integralmente.

Il debitore che porta utilmente a termine una delle procedure di legge, pagando nei termini quanto previsto, ottiene pertanto il beneficio dell’estinzione dei suoi debiti originari, con la conseguente impossibilità per i creditori di rivalersi sulla residua parte non pagata.

Esdebitazione per i “soggetti non fallibili”: a introdurla è stata la Legge 3/2012

È stata la Legge 3/2012, o legge sul sovraindebitamento, ad aprire anche ai cosiddetti “soggetti non fallibili” la possibilità di attivare una procedura giudiziaria per uscire dai debiti. Non a caso, questa legge è stata rinominata anche “legge salva-suicidi” proprio perché nata con l’obiettivo di porre rimedio a una serie di situazioni, spesso insostenibili e con esiti tragici, rimaste nell’ombra e senza una reale soluzione fino a quel momento. 

Negli anni, la disciplina ha vissuto un’importante riorganizzazione e la “Legge 3” dal 2019 è confluita nel già citato Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che è entrato in vigore il 15 luglio 2022, subendo una serie di modifiche che riguardano le procedure, le persone che possono usufruirne, le modalità e i soggetti a cui è possibile rivolgersi: tutti aspetti che analizzeremo nei paragrafi successivi.

Bisogna precisare, comunque, che le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento non sono l’unica strada per uscire dai debiti e che esistono casi in cui è possibile raggiungere un accordo tra debitore e creditori per via stragiudiziale, ossia senza l’intervento di un Tribunale e il coinvolgimento del Giudice. 

Chi può ricorrere alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento

Ma chi sono, esattamente, i “soggetti non fallibili” che possono ricorrere a queste soluzioni? E quali altri requisiti sono necessari per beneficiarne? Scopriamolo insieme. 

I soggetti consumatori

La definizione di “soggetto non fallibile” nasce prima della Legge 3 del 2012, in quanto serviva sostanzialmente a distinguere i privati dalle attività commerciali, ossia i “soggetti fallibili” sottoposti, appunto, alle procedure fallimentari. Oggi, invece, si parla più correttamente di “soggetto consumatore” e la platea di persone che possono ottenere l’esdebitazione è stata ampliata. 

Rientrano in questa categoria i consumatori, termine con cui si intende “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”, come chiarisce il Codice Civile. Si tratta quindi di persone che operano senza partita IVA come, ad esempio, lavoratori dipendenti, disoccupati e pensionati

Ma non solo. Tra i soggetti che possono fare richiesta per ottenere l’esdebitazione rientrano anche:

  • imprenditori agricoli;
  • artigiani;
  • liberi professionisti;
  • start-up;
  • enti del terzo settore (no profit, associazioni, ONLUS, eccetera);
  • enti pubblici;
  • piccoli imprenditori.

Su quest’ultima voce è bene fare delle precisazioni. Sono considerati “piccoli imprenditori” coloro che rispettano e non superano tutte e tre le seguenti limitazioni:

  • nei tre anni precedenti alla presentazione dell’istanza hanno registrato un attivo patrimoniale annuo non superiore a 300 mila euro;
  • nei tre anni precedenti non hanno avuto ricavi lordi annui maggiori di 200 mila euro;
  • l’ammontare dei debiti (anche quelli non scaduti) non è superiore a 500 mila euro.

Le imprese che non rientrano anche in una sola delle categorie elencate, di conseguenza, non possono usufruire delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento. In questi casi, si attiva la procedura di liquidazione giudiziale (ex procedura di fallimento) che segue percorsi differenti e non è oggetto di questo articolo.

Ulteriori requisiti

Ma non è tutto. Per poter richiedere una delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento è necessario non aver inoltrato altre istanze di gestione delle crisi nei 5 anni precedenti o averne già usufruito per 2 volte nel corso della vita. Inoltre, se si ha già beneficiato di una di queste soluzioni, è fondamentale aver rispettato gli impegni presi saldando i creditori secondo i nuovi accordi.

Tipologie di debiti ammesse

La maggior parte dei debiti possono essere cancellati con le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento, ma non tutti: sono esclusi, ad esempio, gli obblighi di mantenimento e gli assegni alimentari verso l’ex coniuge o i figli, le sanzioni pecuniarie che non riguardano i debiti estinti e i risarcimenti per danni da fatto illecito extracontrattuale come danni morali, truffe, danni derivanti da incidenti stradali e danni provocati da figli, animali domestici o cose.

Fra le tipologie ammesse, invece, ci sono i debiti:

Quali sono le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento?

Attualmente le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento previste sono quattro. Ognuna di esse consiste in un procedimento giudiziario differente, con requisiti e percorsi specifici. Eccole sintetizzate:

Riguarda esclusivamente i debiti contratti in qualità di consumatore, sono quindi esclusi i debiti riconducibili all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Questa opzione consiste nella diminuzione della somma totale da pagare e nella sua rateizzazione in un periodo più lungo.

  • Concordato minore (precedentemente noto come Accordo di composizione della crisi)

Questa procedura opera in modo simile alla ristrutturazione dei debiti del consumatore, ma si distingue nettamente dall’Accordo previsto dalla legge 3. Il concordato minore è riservato esclusivamente ai debiti contratti nell’ambito dell’attività imprenditoriale o professionale del debitore, mentre l’Accordo della legge 3 poteva essere presentato anche dai consumatori per i debiti di natura personale.

  • Liquidazione controllata del sovraindebitato (ex Liquidazione del patrimonio)

In questa procedura la natura dei debiti è ininfluente, a cambiare è il modo in cui si soddisfano le pretese dei creditori. Il debitore, infatti, mette a disposizione tutti i suoi beni immobili e mobili, fatto salvo quanto necessario alla sopravvivenza sua e della famiglia. Come anticipato, a differenza della due procedure precedenti, dove la liberazione dai debiti “non pagati” è una conseguenza degli accordi presi con i creditori, la liquidazione controllata del sovraindebitato porta in automatico a ottenere l’esdebitazione, se il sovraindebitato è meritevole.

Si tratta di una soluzione particolare, accessibile una sola volta nella vita dai “debitori meritevoli che non sono in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura”. Si tratta dunque di persone che hanno un reddito o un patrimonio sufficiente solo a garantire la sopravvivenza familiare e che, di conseguenza, non possono saldare i debiti neanche parzialmente.

A chi rivolgersi per ricorrere a una delle procedure?

Per avviare una delle procedure, chi possiede i requisiti necessari può rivolgersi a un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). La Legge 3/2012, infatti, ha affidato a questi organismi indipendenti il compito di accogliere le istanze dei cittadini e di agire come una sorta di intermediari durante la procedura giudiziaria tra il debitore e il Tribunale.

Il debitore deve presentare la domanda scegliendo un OCC con sede nello stesso circondario del Tribunale di riferimento territoriale in base alla sua residenza. Gli OCC possono essere istituiti presso amministrazioni pubbliche come Comuni, Province, Regioni, Università e Camere di Commercio, ma anche presso ordini professionali di avvocati, commercialisti, esperti contabili e notai.

L’organismo valuta innanzitutto se sussistono i requisiti fondamentali per accettare la domanda e, se questa valutazione preliminare è positiva, nomina un professionista al suo interno che ha il compito di avviare il processo presso il Tribunale.

Sebbene il nostro ordinamento preveda la possibilità di rivolgersi direttamente a un OCC, è fortemente consigliato farsi assistere da un avvocato specializzato in materia di sovraindebitamento per affrontare tutti i passaggi in modo corretto, anche se non è previsto dalla normativa. 

Le procedure possono essere molto complesse, per questo è necessario l’intervento di un professionista che curi esclusivamente gli interessi del debitore e della sua famiglia. Il legale esperto in sovraindebitamento valuterà concretamente la situazione finanziaria del soggetto, lo guiderà nella presentazione della domanda e farà da filtro con l’OCC, il Tribunale e i creditori, evitando errori che potrebbero compromettere la buona riuscita del processo.

Quali sono gli step per liberarsi dai debiti con le procedure per le crisi da sovraindebitamento?

Ma quali sono i passaggi richiesti dalle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento e quanto dura il percorso per liberarsi dai debiti? Come accennato, ognuna di esse ha un funzionamento specifico, tuttavia è possibile evidenziare alcuni aspetti e step in comune. 

Si parte sempre da una valutazione dettagliata della situazione economica e debitoria del sovraindebitato fatta da un consulente del debito o da un avvocato specializzato in sovraindebitamento. In questa fase si analizzano i redditi e il patrimonio familiare, le abitudini di consumo e le cause che hanno generato la crisi, inclusa l’eventuale malafede del debitore e la presenza o meno di una valutazione del merito creditizio da parte di banche e altri creditori.

Se sussistono tutte le condizioni, è possibile inoltrare domanda all’OCC, che, come detto, farà una valutazione preliminare sulla base della documentazione fornita. Quest’ultima deve includere tutte le informazioni necessarie per descrivere la situazione debitoria, reddituale e patrimoniale del sovraindebitato.

Successivamente, i passaggi cambiano a seconda della procedura. Se con la ristrutturazione dei debiti del consumatore e con il concordato minore si prevede la presentazione di un piano economico da parte del debitore per ripagare i debiti ai creditori (con l’esdebitazione che avviene solo nel momento in cui viene adempiuto il piano proposto), nella liquidazione controllata del sovraindebitato il debitore concede la piena disponibilità di tutti i suoi beni, tranne quelli essenziali alla sopravvivenza, per adempiere agli obblighi nei confronti dei creditori: dopo tre anni dall’apertura della liquidazione, la persona ottiene l’esdebitazione automatica delle somme che non ha pagato con la vendita dei beni. L’esdebitazione del debitore incapiente, come abbiamo visto, è invece un’operazione valida solo a condizioni specifiche.

In tutti i casi, ribadiamo l’importanza di farsi supportare da consulenti del debito e da avvocati specializzati, in modo da affrontare le procedure in modo fruttuoso ed evitare gli errori, anche banali, che si potrebbero commettere se non si è esperti in materia. 

Sempre nell’ottica di restare aggiornati su questi argomenti e di avere più consapevolezza, perché non continui a seguire il blog di Esdebitami Retake o ti iscrivi alla newsletter? Riceverai tanti consigli utili su come prevenire e affrontare situazioni di sovraindebitamento.

 

Crediti immagine di copertina: antoniodiaz/shutterstock.com

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Orazio Lorenzo Barbagallo
Orazio Lorenzo Barbagallo

In qualità di commercialista fornisce servizi di consulenza aziendale, fiscale e del lavoro a una vasta gamma di imprese. Come gestore della crisi da sovraindebitamento - in collaborazione con il Ministero della Giustizia - assiste le famiglie a superare le difficoltà finanziarie, grazie alla sua ampia conoscenza delle normative relative alla gestione del debito, comprese le procedure di insolvenza e i piani di ristrutturazione. Lavora a stretto contatto con i debitori per valutare la loro situazione finanziaria, analizzare i debiti esistenti e creare piani personalizzati per ridurre il debito in modo sostenibile. Dal 2022 fa parte della Commissione Sovraindebitamento del Consiglio dei Dottori Commercialisti CNDCEC.

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