Carta di credito revolving: cos’è e quali rischi comporta

Oggi sono diversi gli strumenti attraverso cui un privato cittadino può accedere al credito. Tra quelli più diffusi ci sono le carte revolving, un sistema di pagamento che permette di combinare alcune delle caratteristiche tipiche di una carta di credito con quelle di un piccolo prestito veloce.  Con importi che in genere vanno dai 500 euro ai 1.000 euro, per arrivare fino ai 5.000 euro e oltre, sono spesso proposte dagli istituti di credito e dalle finanziarie come alternativa alla richiesta di un finanziamento. Tuttavia, a fronte dei vantaggi che possono offrire, nascondono anche potenziali insidie, per questo è fondamentale conoscerne i meccanismi e usarle con consapevolezza. Scopriamo quindi cosa sono, come funzionano e i rischi insiti nelle carte revolving.

Carte di credito revolving: cosa sono?

Le carte di credito revolving sono una tipologia di prestito al consumo, ovvero una forma di finanziamento finalizzato a ottenere liquidità per l’acquisto di beni e servizi. Permettono di usufruire di una specifica somma di denaro, come avviene con una carta di credito tradizionale, con la possibilità di dilazionare la restituzione dell’importo utilizzato secondo un preciso piano di ammortamento. 

Come possiamo intuire, si tratta di uno strumento che si differenzia dalle altre carte di pagamento oggi disponibili. Chiariamo meglio questo concetto guardando insieme le caratteristiche dei vari tipi di carte:

  • carte di debito: prevedono il pagamento con addebito diretto sul conto corrente;
  • carte prepagate: in questo caso si ha un plafond di spesa che è indipendente dalla cifra presente sul proprio conto e che può essere ricaricato in base alle esigenze;
  • carte di credito: permettono di fare un acquisto anche nel momento in cui non si ha disponibilità di denaro sul conto.

La caratteristica delle carte di credito è quella di prevedere una linea di credito – ossia una sorta di fido bancario o prestito – in base al quale si dispone di una specifica somma di denaro sulla carta, definita “plafond”. Ogni volta che si effettua un pagamento, i soldi vengono prelevati dal plafond della tessera fino a esaurimento, ed entro i primi 7-10 giorni del mese successivo vengono addebitati sul conto corrente del cliente ricaricando il plafond di spesa.

Questo debito potrà essere ripagato dal consumatore in due modalità:

  • con addebito in un’unica soluzione (per le carte di credito tradizionali): il denaro viene prelevato dal conto corrente entro i primi dieci giorni del mese successivo a quello in cui è avvenuto l’acquisto;
  • con sistema revolving (per le carte revolving): la restituzione degli importi avviene a rate, sempre con addebito sul conto, con la possibilità per il debitore di  personalizzare il numero e l’importo delle rate.

La principale differenza tra una carta di credito revolving e una tradizionale, quindi, è connessa proprio al sistema di rimborso del denaro speso. Inoltre, nelle carte revolving si parla di credito rotativo, termine usato proprio per indicare questa forma di accesso continuo al denaro: ciò implica che mentre il credito si reintegra, il cliente ha automaticamente nuova liquidità a disposizione, grazie alle somme rimborsate a rate. 

Questo meccanismo, come vedremo meglio fra poco, porta potenzialmente a un perenne stato di indebitamento, con il rischio di trovarsi in una condizione di sovraindebitamento senza nemmeno accorgersene.

Come funziona una carta di credito revolving?

Il funzionamento di una carta revolving per alcuni aspetti ricalca quello di una carta di credito tradizionale: si ha accesso a una somma di denaro da utilizzare per fare acquisti e, in base al tipo di carta, anche per prelevare denaro contante agli sportelli automatici. Come abbiamo visto, però,  si differenzia per le modalità di restituzione del plafond speso. Cerchiamo dunque di capire meglio come si richiede e come avviene la rateizzazione delle somme. 

Come si richiedono le carte revolving

Oggi ottenere una carta di credito revolving è una procedura facilmente accessibile. Precisiamo che, in quanto carta di credito, sarà necessario presentare i seguenti requisiti:

  • essere maggiorenni;
  • presentare una storia creditizia regolare, senza protesti o iscrizioni come cattivo pagatore nelle specifiche banche dati; 
  • avere un reddito certo e dimostrabile.

Per richiederla sarà possibile rivolgersi direttamente alla propria banca o a una finanziaria, oppure fare domanda online, in autonomia, presso i siti di banche e finanziarie che offrono questo servizio. In alcuni casi, poi, la carta revolving viene proposta direttamente dalle finanziarie. Ad esempio, se si è ottenuto un prestito, contestualmente potrebbe essere offerta anche una carta revolving che il consumatore può decidere se utilizzare o meno.

Carta revolving: come avviene la rateizzazione?

Il piano di rateizzazione si attiva nel momento in cui si effettua un acquisto con la carta. In certe situazioni la rateizzazione avviene in maniera automatica: in questo caso, al momento dell’acquisto l’importo sarà suddiviso in rate uguali. Alcune carte revolving, invece, prevedono una doppia opzione, il pagamento in un’unica soluzione o la rateizzazione: in tal caso è l’utente a dover valutare se attivare o meno il piano di ammortamento. 

L’importo che si può rateizzare (e quindi che si può spendere di volta in volta con la carta revolving) è pari alla linea di credito massima prevista al momento del rilascio della carta. Come in parte anticipato, il piano di rateizzazione può essere personalizzato, scegliendo il numero di rate in base a una serie di opzioni preimpostate.

Quando viene prelevato il denaro dalla carta di credito revolving?

Nel momento in cui si fa un acquisto, l’importo speso viene prelevato dal plafond della carta in tempo reale. Ciò significa che è possibile eseguire una transazione solo se è presente del credito sulla carta. In quanto carta di credito, la cifra non viene addebitata sul conto corrente immediatamente, ma il mese successivo, e l’addebito sul conto avverrà solo per l’importo della rata prevista dal piano di ammortamento.

Quanto costa una carta revolving?

La carta revolving non ha spese se non viene utilizzata: i costi si attivano nel momento in cui si effettua il primo acquisto. Ecco quali sono le spese da considerare:

  • TAN (tasso effettivo nominale): è il costo che si applica sul capitale che viene finanziato (e che viene effettivamente impiegato) e corrisponde all’importo che il debitore deve restituire in aggiunta al denaro utilizzato.
  • TAEG (tasso annuo effettivo globale): rappresenta il costo collegato al servizio revolving, come le spese di apertura del piano di rateizzazione e i costi di incasso delle rate, ad esempio.
  • Commissioni per ritardi: si prevedono costi aggiuntivi per eventuali ritardi nel versamento delle rate.
  • Imposta di bollo: in alcuni casi è il cliente a doverla pagare, mentre se sono presenti specifiche promozioni è l’istituto di credito o la finanziaria a farsene carico.
  • Spese di gestione: è un costo che si applica come canone per l’utilizzo della carta revolving.

Cosa succede se non si pagano le rate della carta revolving?

Le carte revolving sono strumenti di pagamento che affascinano il consumatore, ma che nascondono molte insidie. Grazie all’accesso alla linea di credito e alla restituzione a rate degli importi, ci si può concedere spese extra, come l’acquisto di un elettrodomestico, del telefono di ultima generazione o di un viaggio, inoltre il credito rotativo permette di avere sempre a disposizione una somma da spendere. Tutto questo, però, porta a trovarsi continuamente con una rata da pagare e a farsi carico di nuove spese con troppa facilità, senza preventivare l’effettiva capacità di sostenerle. Tutto ciò può incidere, a lungo termine, sul bilancio familiare.

Spesso poi si dimentica che si tratta di  una forma di prestito e che, come nel caso delle carte di credito tradizionali, ci sono conseguenze in caso di ritardi o mancati pagamenti.

Ritardi e mancati pagamenti della carta revolving: possibili conseguenze

Partiamo proprio dai ritardi. Questa circostanza porta all’applicazione di un interesse di mora, stabilito dal contratto, che prevede un aumento del totale della rata da restituire, senza contare che le carte revolving prevedono già, per loro natura, interessi molto elevati, inclusi nella rata mensile: non è difficile capire, dunque, come anche una piccola somma possa facilmente lievitare finendo col gravare molto sulle finanze del debitore. 

Se il debito non viene pagato, inoltre, l’emittente può procedere con una serie di operazioni come il blocco della carta e la segnalazione in CRIF del soggetto come cattivo pagatore, a cui spesso si aggiungono azioni aggressive di recupero del credito

Non di rado, la pressione che spesso esercitano le società che si occupano di recuperare le somme collegate alle carte revolving porta il debitore a sanare prima queste posizioni debitorie e a lasciare indietro debiti ben più importanti come le rate del mutuo, ad esempio, dove il rischio che si corre è molto elevato perché si può andare incontro al pignoramento dell’abitazione con successiva vendita all’asta dell’immobile.

Ecco dunque che uno strumento facile da ottenere e da usare come le carte revolving può portare, con altrettanta semplicità, a gravi conseguenze per il bilancio familiare e personale. Per questo, prima di avvalersi di questo strumento, è importante conoscerne i potenziali rischi e impiegarlo in modo consapevole, senza sottovalutare i problemi che potrebbero sorgere da un utilizzo poco ponderato.

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Crediti immagine di copertina: MRAORAOR/Shutterstock.com

 

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Orazio Lorenzo Barbagallo
Orazio Lorenzo Barbagallo

In qualità di commercialista fornisce servizi di consulenza aziendale, fiscale e del lavoro a una vasta gamma di imprese. Come gestore della crisi da sovraindebitamento - in collaborazione con il Ministero della Giustizia - assiste le famiglie a superare le difficoltà finanziarie, grazie alla sua ampia conoscenza delle normative relative alla gestione del debito, comprese le procedure di insolvenza e i piani di ristrutturazione. Lavora a stretto contatto con i debitori per valutare la loro situazione finanziaria, analizzare i debiti esistenti e creare piani personalizzati per ridurre il debito in modo sostenibile. Dal 2022 fa parte della Commissione Sovraindebitamento del Consiglio dei Dottori Commercialisti CNDCEC.

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